Il grande carro è un reportage che nasce da una serie di uscite che ho fatto nella città in cui vivo, Livorno, nei giorni dal 10 al 16 dicembre del 2020. Ogni giorno una zona della città, ogni giorno un edificio differente. Parte delle foto le ho pubblicate su instagram, e si ritrovano con l’hashtag #interrogaredifici
L’elaborazione finale, con segnati i luoghi toccati, è riportata qui sotto, ed è il mio Grande Carro. Il titolo fa esplicito riferimento e omaggio al romanzo Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, della scrittrice e Premio Nobel Olga Tokarczuk, che leggevo in quei giorni.
La base più larga dai piani vetrati, su cui si innesta una torre multiforme, che mostra a ogni passo una faccia diversa, come un organismo stroboscopico, che ha dentro di sé il suo essere e la sua deformazione, l’ordine e la sua negazione. Un effetto amplificato dalle decine di aperture, rettangoli solidi dai richiami aurei, tapparelle uniformi nel colore e nell’aspetto, che immagino aprirsi e chiudersi a piacimento, vivendo di vita propria nel segreto della notte, come un dispettoso organismo multioculare. Chissà come oscilla nel vento, penso, chissà cosa si prova agli ultimi piani quando il libeccio tira così forte che il mare mastica l’asfalto del viale Italia. Mi chiedo come ci si senta, a oscillare per uno, due, tre giorni.
Compare in: Gli estinti. 18 reportage narrativi, CTRL Magazine edizioni, 2021.
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