Nella primavera del 2020 ho cominciato a raccogliere immagini e a postarle su Facebook, una al giorno, a partire da «Coriandoli, di Carlo M. G. Pettinau», usando sempre la medesima didascalia.
«Il mio modesto contributo all’esplosione di grafici di questi giorni»
È così nata la serie #mappesto, il mio modo, ora me ne rendo conto, per arginare ed esorcizzare il diluvio di dati e di interpretazioni a cui siamo stati sottoposti in quella prima fase della pandemia. Ho proseguito a pubblicare una mappa al giorno, fino al 30 aprile.
37 giorni, ma 36 mappe. C’è infatti un giorno, il 3 aprile, in cui non ho pubblicato niente. Non so perché, ho provato a ricostruire cosa potesse essere accaduto, ma senza cavarne nulla. Del resto, erano giorni quelli che scorrevano un po’ tutti uguali, tutto poteva essere, nulla poteva essere.
Se osservo la cosa da un punto di vista puramente narrativo è là dentro, nel giorno mancante, che si nasconde una storia, anche se ancora non so quale. Per questo all’interno della serie ho deciso comunque di rappresentarlo, il mio punto cieco, il mio dato mancante. Un’immagine nera, e una didascalia muta.
E quindi ecco la serie completa di #mappesto, riunita e messa in ordine.
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