Lo so, non bisognerebbe pubblicare tutto e tutto insieme, ma io così sto messa, scrivo e metto a posto quando posso, se una cosa mi ha insegnato la maternità è che chi ha tempo non aspetti tempo, una febbre un vomito un impedimento una catastrofe un disastro naturale un’esplosione atomica è sempre in agguato. Bisogna darsi di verso.
Insomma oggi ho letto questo articolo, e subito l’ho girato alle mie amiche più vicine, che conoscono Shirley Jackson, la potenza della sua scrittura e anche la sua vita infelice, la sua malattia mentale.
C’era un tempo tanti anni fa che in una delle mie tante odissee psicanalistico-psicologico cercavo di spiegare il mio disagio con Virginia Woolf. Non capisco, dicevo, perché Virginia Woolf può essere pazza perché è scrittrice, e invece io solo perché sono ingegnere sono condannata a non essere creduta.
Ora per fortuna questa fase è passata, del mio diritto alla follia ho preso possesso, ed è quindi il momento di passare all’upgrade. La stregaggine.