Per raccontare la casa, sono partita da una poesia di Anne Sexton, per mescolare spunti di natura autobiografica a paure fobie e ossessioni, anche quelle di natura autobiografica. La poesia si intitola Casalinga, e fa così:
Certe donne sposano una casa.
Altra pelle, altro cuore
altra bocca, altro fegato
altra peristalsi.
Altre pareti:
incarnato stabilmente roseo.
Guarda come sta a carponi tutto il giorno
A strofinar per fedeltà se stessa.
Gli uomini c’entrano per forza,
risucchiati come Giona
in questa madre ben in carne.
Una donna è sua madre.
Questo conta.
Rivista “Poesia” (n. 90, dicembre 1995), traduzione di Rosaria Lo Russo.
Di seguito un estratto del mio racconto:
Spesso la notte rimango sveglia, in attesa, fino a che i gabbiani non annunciano l’arrivo dell’alba, urlando minacciosi. Allora mi alzo, vado in bagno e mi siedo ad ascoltare gli umori del cortile, la nostra grossa pancia umida, il ventre molle del quartiere. Il lato interno delle cose, che non si deve mostrare, non deve fingere di essere altro da sé. Niente intonaco alle pareti dei palazzi, nessuna cautela nelle voci che ciabattano il nuovo giorno. Ascolto in silenzio, e tremo per questa casa che non posso lasciare.
Si trova in: Overlook Loop, un volume con le illustrazioni di Daniele Serra e testi di: Arturo Belluardo, Micol Beltramini, Marta Cai, Dario De Marco, Pier Paolo Di Mino, Andrea Frau, Veronica Galletta, Veronica Leffe, Simone Lisi, Fabrizio Lucherini, Carlo Martello, Francisco Magallanes, Angelo Mennillo, Luca Mignola, Claudio Morandini, Cristiano Saccoccia, Romeo Vernazza e Andrea Zandomeneghi. La prefazione è di Paola Del Zoppo e la postfazione di Andrea Cafarella.
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